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aprile 15, 2010 0

Bodies. Personale di Luciano Rignanese e Maria Normale, a cura di Art Rehab

pubblicato da Alessia in Artisti, Fotografia, Mostre

Terzo appuntamento per il ciclo di mostre curate da Art Rehab in collaborazione con Laboratorio51; nuovamente protagonista la fotografia in bianco e nero che diviene la base portante delle opere di Luciano Rignanese e Maria Normale.

Entrambi affascinati dalla gestualità corporea, il primo la esprime attraverso coreografie di linee enfatizzate da un particolare uso della luce attraverso la quale gli incarnati e la tensione fisica emergono in primo piano, la seconda seguendo un personale percorso autobiografico in cui la realtà circostante è filtrata attraverso il sé, “unica norma possibile”.

Bodies è il risultato dell’unione di due professionalità che, lavorando individualmente alla propria ricerca espressiva, giungono ad una tipologia comunicativa affine che viene, in questa esposizione, messa a confronto in un dialogo aperto da parete a parete.

La particolare attenzione alla composizione dell’immagine, i soggetti ritratti e soprattutto il messaggio che in essi risiede, uniti alla scelta di renderli materialmente concreti attraverso una sviluppo manuale, prediligendo l’analogico al digitale come procedimento per estrinsecare la propria creatività, rafforzano l’intensità comunicativa di una foto che si fa arte nel poetare il vissuto quotidiano.

Curatori: Alessia Cervelli, Sara Feola

Il vernissage avrà inizio giovedì 22 aprile alle ore 19 con un piacevole aperitivo curato da Laboratorio51.

L’esposizione è visitabile fino al 28 Aprile.

Laboratorio51 è in Via degli Ausoni 47 (San Lorenzo), Roma.

Per informazioni:

www.artrehab.netinfo@artrehab.net oppure laboratorio51@mail.com

Terzo appuntamento per il ciclo di mostre curate da Art Rehab in collaborazione con
Laboratorio51; nuovamente protagonista la fotografia in bianco e nero che diviene la base
portante delle opere di Luciano Rignanese e Maria Normale.
Entrambi affascinati dalla gestualità corporea, il primo la esprime attraverso coreografie di
linee enfatizzate da un particolare uso della luce attraverso la quale gli incarnati e la
tensione fisica emergono in primo piano, la seconda seguendo un personale percorso
autobiografico in cui la realtà circostante è filtrata attraverso il sé, “unica norma possibile”.
Bodies è il risultato dell’unione di due professionalità che, lavorando individualmente alla
propria ricerca espressiva, giungono ad una tipologia comunicativa affine che viene, in
questa esposizione, messa a confronto in un dialogo aperto da parete a parete.
La particolare attenzione alla composizione dell’immagine, i soggetti ritratti e soprattutto il
messaggio che in essi risiede, uniti alla scelta di renderli materialmente concreti attraverso
una sviluppo manuale, prediligendo l’analogico al digitale come procedimento per
estrinsecare la propria creatività, rafforzano l’intensità comunicativa di una foto che si fa
arte nel poetare il vissuto quotidiano.
Curatori: Alessia Cervelli, Sara Feola
Il vernissage avrà inizio alle ore 19 con un piacevole aperitivo curato da Laboratorio51.
L’esposizione è visitabile fino al 28 Aprile.
Laboratorio51 è in Via degli Ausoni 47 (San Lorenzo), Roma.
Per informazioni:
www.artrehab.net – info@artrehab.net oppure laboratorio51@mail.comTerzo appuntamento per il ciclo di mostre curate da Art Rehab in collaborazione con
Laboratorio51; nuovamente protagonista la fotografia in bianco e nero che diviene la base
portante delle opere di Luciano Rignanese e Maria Normale.
Entrambi affascinati dalla gestualità corporea, il primo la esprime attraverso coreografie di
linee enfatizzate da un particolare uso della luce attraverso la quale gli incarnati e la
tensione fisica emergono in primo piano, la seconda seguendo un personale percorso
autobiografico in cui la realtà circostante è filtrata attraverso il sé, “unica norma possibile”.
Bodies è il risultato dell’unione di due professionalità che, lavorando individualmente alla
propria ricerca espressiva, giungono ad una tipologia comunicativa affine che viene, in
questa esposizione, messa a confronto in un dialogo aperto da parete a parete.
La particolare attenzione alla composizione dell’immagine, i soggetti ritratti e soprattutto il
messaggio che in essi risiede, uniti alla scelta di renderli materialmente concreti attraverso
una sviluppo manuale, prediligendo l’analogico al digitale come procedimento per
estrinsecare la propria creatività, rafforzano l’intensità comunicativa di una foto che si fa
arte nel poetare il vissuto quotidiano.
Curatori: Alessia Cervelli, Sara Feola
Il vernissage avrà inizio alle ore 19 con un piacevole aperitivo curato da Laboratorio51.
L’esposizione è visitabile fino al 28 Aprile.
Laboratorio51 è in Via degli Ausoni 47 (San Lorenzo), Roma.
Per informazioni:
www.artrehab.net – info@artrehab.net oppure laboratorio51@mail.com

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febbraio 3, 2010 0

Massagrigia + Crazy Children alle Officine Pigneto di Roma

pubblicato da Sara in Artisti, Eventi, Fotografia, Performance

immagine comunicato pigneto1

Domenica 7 febbraio dalle ore 19.30, le Officine Pigneto, in via del Pigneto 215 a Roma, ospiteranno un evento che vedrà fianco a fianco le fotografie in bianco e nero del collettivo Massagrigia e le sperimentazioni musicali del duo Crazy Children.

Per il collettivo Massagrigia c’è bisogno di poche presentazioni: ne abbiamo già parlato qualche tempo fa ma vi rinfresco la memoria ricordandovi che si tratta di un gruppo di fotografi nato nel 2005, i cui membri sono accomunati dalla pratica artigianale della stampa fotografica su carta baritata ai sali d’argento, un metodo che conserva tutta la forza e l’irripetibilità del gesto originale.

Zilvio e Orolando, le due personalità che animano il progetto Crazy Children, vengono da un “luogo sperduto nelle montagne abbruzzesi” e presentano Television, cd autoprodotto e composto da 7 tracce, fulminee come istantanee nonsense che raccontano storie, sogni, speranze, nevrosi, momenti belli e brutti. A condire la loro performance, elementi imprevedibili come immagini, costumi, maschere e una buona dose di pazzia.

Per informazioni potete scrivere a info@officinepigneto.it oppure telefonare al 3334182706.

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gennaio 27, 2010 3

Vis-à-vis #20: Luca Ragazzi

pubblicato da Sara in Artisti, Fotografia, Interviste

Il Vis-à-vis di oggi vede come protagonista uno dei membri del collettivo Massagrigia. Lui è Luca Ragazzi, romano innamorato della sua città ma anche instancabile viaggiatore (anche grazie ad un documentario, Improvvisamente l’inverno scorso, di cui è regista e che lo porta in giro per il mondo). Lo si comprende osservando le sue fotografie, naturalmente in bianco e nero, scattate posando lo sguardo su dettagli alla portata degli occhi di tutti ma che il più delle volte passano inosservati. L’attenzione di Luca, invece, ne coglie le geometrie, ne mette a nudo la forza e la sostanza, ne racconta la storia in modo sottile e silenzioso. Alla fotografia architettonica, bilanciata nella sua astrazione, si affiancano scatti di stampo reportagistico ed altri più intimi, dal sapore domestico.

Chi è Luca Ragazzi? Dove e quando è nato?
Non mi è facile dire chi sono; ma che sono nato a Roma nel lontano ’71, quello lo so.

Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Mi sono avvicinato alla fotografia da autodidatta. Credo intorno ai 15 anni rubando la macchina fotografica di mia sorella. solo verso i 17 ho cominciato a fotografare “coscientemente” in B/N.

Quali sono le tue fonti di ispirazione? Chi i tuoi maestri?
La mia fonte primaria è sempre e comunque il cinema, magari quello in B/N di Fellini con la fotografia di Gianni Di Venanzo o quella di Sven Nykvist nei film di Bergman. Per me l’immagine è sempre mutuata dal grande schermo e quindi orizzontale. Le foto in verticale mi sembrano sempre innaturali… Tra i fotografi italiani amo molto Ghirri e Basilico.

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gennaio 5, 2010 1

Vis-à-vis #18: Renato D'Agostin

pubblicato da Sara in Artisti, Fotografia, Interviste

Dopo la pausa natalizia, Art Rehab riprende la sua attività e lo fa con un’intervista. A parlarci di sé e della sua arte è Renato D’Agostin, giovane fotografo veneto (ma vive a New York), scoperto tra le pagine di [EV +/-] Exposure Compensation. Il bianco e nero è la lingua in cui si esprime la sua fotografia urbana, essenziale, sottile, grafica, pura, che gli ha permesso di tenere mostre in Italia e all’estero (Francia, Germania, Turchia, Grecia, Giappone, Russia, America). Dopo questa breve introduzione, lascio la parola a Renato e alle sue immagini.

Chi è Renato D’Agostin? Dove e quando è nato?
Renato D’Agostin, fotografo, nato 26 anni fa, in un piccolo paese in provincia di Venezia, San Donà di Piave.

Qual è stata la tua formazione e come ti sei avvicinato alla fotografia?
Durante l’ultimo anno di liceo, quasi per caso ho iniziato ad incuriosirmi alle scene di strada, a come gli elementi interagissero tra di loro, formando immagini, che in bianco e nero davano soddifazione  al mio occhio. Mia madre un giorno tornò a casa con una grande fotografia di un elefante vinta ad una lotteria, facendo crescere la mia curiosità nell’immortalare la realtà.

Osservando le tue foto vengono in mente la straight e la street photography. Quali sono le tue fonti di ispirazione? E i tuoi maestri?
La mia fonte d’ispirazione è la realtà, che utilizzo come teatro nel quale mettere in scena, estrapolando immagini dalle situazioni esistenti, il mio mondo d’immaginazione, pescando dalle mie sensazioni e percezioni.
I miei maestri sono i fotografi a cui guardo con ammirazione, Giacomelli, Gibson (per il quale ho avuto l’onore di lavorare come assistente), Metzker, Moriyama, ecc. I fotografi che hanno lasciato un segno per il loro stile unico, visione della loro realtà.

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marzo 9, 2009 1

Contemporaneo urbano I:Marco Tamburro

pubblicato da Alessia in Artisti, Mostre, Pittura

Di talento ne ha da vendere, giovane è giovane, quindi noi di artrehab non potevamo non segnalarvi questo promettente artista.
Di strada ne ha già fatta molta, lavorando costantemente per raggiungere sempre nuovi traguardi; partito da Perugia, arriva a Milano per approdare, poi, stabilmente, nell’ambiente artistico romano dove trova la sua consacrazione.

Le opere di Marco Tamburro si ergono ad emblema di vita quotidiana, con le sue smanie e i suoi miti, troppo ingombranti, a volte, da stordirci.
La realtà viene mixata ad un pizzico di astrazione, risultando così riconoscibile ma distorta da quel flusso frenetico che ogni giorno ci travolge.

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